Un milione di occupati e un fatturato nel 2014 di 47 miliardi: sono le due cifre che più hanno colpito l’attenzione della stampa e degli addetti ai lavori che hanno partecipato alla presentazione di Italia Creativa, lo studio che raccoglie tutti i numeri dell’industria della creatività e della cultura nel nostro paese.
Di quel milione, il 41% ha tra 15 e 39 anni e corrisponde al 3,8% della forza lavoro italiana (nei 28 paesi della UE gli occupati diretti sono il 3,3%); il fatturato della filiera creativa è il 2,9% del prodotto interno lordo, percentuale che colloca il settore della cultura e della creatività davanti al segmento delle telecomunicazioni (39 miliardi) e subito dopo quello dell’industria automobilistica (49 miliardi).
«Dobbiamo essere tutti consapevoli che non ci capiterà mai più una finestra come questa. Far sposare i vantaggi dell’era digitale con la creatività italiana può dare uno slancio incredibile all’occupazione, all’economia, al paese», ha detto ieri il Ministro dei beni culturali Dario Franceschini a suggello degli interessanti interventi dei relatori convenuti per Italia Creativa.
Sul palco del Salone d’Onore si sono alternati due tavoli di discussione, coordinati dal Direttore di SkyTg24, Sarah Varetto. Hanno parlato, insieme con il Ministro e con il Presidente SIAE Filippo Sugar, la Produttrice Indigo Film e Presidente Produttori ANICA, Francesca Cima, il Direttore del Piccolo Teatro di Milano, Sergio Escobar, il Direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, l’Amministratore Delegato di EY in Italia e Managing Partner dell’Area Med, Donato Iacovone, l’Amministratore Delegato del Gruppo Mondadori, Ernesto Mauri, l’Amministratore Delegato di Sky Italia, Andrea Zappia. Ha aperto i lavori l’Assessore alla cultura di Milano Filippo Del Corno.
Sugar ha ricordato la fondamentale importanza della tutela del diritto d’autore, un lavoro contemporaneamente legislativo ed educativo, evidenziando la necessità di “garantire le corrette condizioni di mercato e di contrastare la pirateria e la contraffazione, riconoscendo il giusto compenso a chi opera nel settore con il proprio talento”. Zappia ha sottolineato il fatto che “i prodotti italiani, come quelli cinematografici, possono essere venduti in tutto il mondo. Veniamo da anni nei quali abbiamo continuato a importare modelli, ora dobbiamo invertire questa tendenza. L’industria creativa deve diventare attraente”. Preoccupato per le sorti del libro e della lettura in Italia, Mauri, ha ricordato che “il 58% non legge un libro così come non lo fa il 39% della nostra classe dirigente. Occorre trovare una soluzione e come grandi editori dobbiamo mettere al centro dei nostri investimenti proprio la creatività creando un vero e proprio laboratorio di autori”. Da parte sua, Iacovone ha ribadito l’importanza di aumentare il numero dei fruitori attraverso i canali digitali, “una grande opportunità perché possono fare da pre-guida a qualcuno che poi va ad usufruire di un servizio”.
Lo studio, che è interamente scaricabile dal sito www.italiacreativa.eu, spiega quanto l’investimento in cultura sarebbe proficuo per l’economia italiana, portando 15 miliardi in più: l’industria arriverebbe a generare 55 miliardi di euro e 300 mila posti di lavoro, raggiungendo oltre 1,2 milioni di persone.
fonte: SIAE