In questi giorni sta circolando via web la notizia secondo cui la Corte UE, con la sentenza del 22 settembre scorso, avrebbe bocciato l’impianto normativo dell’equo compenso da Copia Privata e, addirittura, l’esclusiva (monopolio) della SIAE.
Entrambe le notizie sono inesatte e tendenziose!
La Corte UE ha “bocciato” (per stare sul tema sarebbe meglio dire “rimandato”) solo una piccola parte dell’impianto normativo della Copia Privata riguardante la possibilità di esenzione per gli “usi professionali”, esenzione peraltro già prevista dalla normativa attuale ma che dovrà ora essere rivista per permettere un’esenzione alla fonte (ex ante), ad esempio per gli apparecchi acquistati dalla Pubblica Amministrazione.
Altrettanto falsa e strumentale la notizia riguardante la bocciatura dell’esclusiva (ovvero del “monopolio”) SIAE.
La Corte UE ha infatti inteso pronunciarsi sull’esclusiva di SIAE nella conduzione delle negoziazioni per l’esenzione dei suddetti “usi professionali” e non certo sull’esclusiva che la Legge Italiana le riconosce nell’intermediazione del diritto d’autore.
Sperando di aver contribuito ad una maggiore chiarezza, riportiamo di seguito il Comunicato Stampa di SIAE.
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NOTA SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori – 22 settembre 2016
La sentenza di oggi della Corte di Giustizia non mette in alcun modo in discussione la legittimità della copia privata né mette in discussione l’intero decreto Bondi o la correttezza dell’operato di SIAE.
La Corte di Giustizia ha ritenuto che fosse incompatibile con la Direttiva Europea esclusivamente un articolo (art. 4) dell’allegato tecnico del cosiddetto decreto Bondi del 30 dicembre 2009 (per una parte, quindi, squisitamente tecnica e limitata negli effetti).
L’incompatibilità, in particolare, discende dall’assenza nella disciplina della copia privata (per il resto confermata e rafforzata) di criteri predeterminati che indichino i casi di esenzione ex ante e cioè i casi in cui debba certamente riconoscersi (ex ante appunto)
un utilizzo dei device manifestamente estraneo alla copia privata.
Si tratta di una decisione che SIAE ovviamente rispetta e saluta con favore, posto che la fissazione di criteri ancora più precisi non potrà fare altro che rendere più agevole il lavoro di chi, come SIAE, opera nell’esclusivo interesse di autori, editori e degli stessi interpreti esecutori che giustamente ricevono, anche per il mezzo della copia privata, il legittimo compenso del proprio lavoro.
SIAE è dunque pronta ad adeguare immediatamente la propria attività alle eventuali disposizioni che il Ministero vorrà adottare in materia, così come è pronta ad adeguarsi alle decisioni che il Consiglio di Stato vorrà adottare in ragione dei principi sanciti dalla Corte di Giustizia.
Spiace constatare che molti commenti abbiano gridato ad una generale “bocciatura” della disciplina sulla copia privata quasi augurandosene o preannunciandone una sorta di implicita abolizione, cosa che non è. La copia privata è e resta legittima, è e resta un presidio fondamentale della creatività anche in Italia e SIAE proseguirà nel proprio lavoro anche in tale ambito.
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