L’Associazione Acep, unitamente all’Arci, all’AudioCoop e a numerosi autori ed editori italiani, ha inteso proporre un ricorso con il quale ha chiesto al TAR del Lazio di accertare e dichiarare l’illegittimità del nuovo Statuto della SIAE.
Alla base dell’impugnazione la circostanza che il nuovo Statuto attribuisce, in maniera pressoché esclusiva, la governance della società agli associati più ricchi ovvero a quelli che beneficiano delle somme maggiori in sede di riparto dei diritti d’autore incassati dalla SIAE.
Secondo il nuovo Statuto, infatti, ogni associato ha diritto, in assemblea, ad un voto più un voto per ogni euro incassato.
In questo modo le delibere assembleari relative, essenzialmente, alla nomina del Consiglio di Sorveglianza al quale lo Statuto affida, sostanzialmente, la totalità delle scelte relative alla vita dell’Ente (quali la nomina del Consiglio di gestione), dipendono esclusivamente dagli associati più ricchi ovvero i grandi editori musicali facenti capo a poche multinazionali straniere e i grandi cantautori della musica leggera italiana.
A parere dell’ACEP, inoltre, l’adozione ed approvazione del nuovo Statuto è solo l’ultimo atto di un disegno più complesso, iniziato con il commissariamento della SIAE, ordito con la ferma volontà di estromettere la maggioranza della base associativa dalla gestione della Società a favore dei soli associati più ricchi,
Difatti l’improvviso ed elevato aumento delle quote associative e le ripartizioni sempre meno analitiche, attuate dalla gestione commissariale, hanno finito con il danneggiare sempre e solo quella parte degli associati SIAE che, anche senza avere grandissimi incassi, fanno dell’arte e della creatività la loro passione e il loro lavoro professionale.
Noi riteniamo che l’apporto e la produttività artistica e culturale di un autore o editore non può e non deve essere ridotta ad un fatto puramente economico e non c’è, dunque, ragione per affidare la SIAE – alla quale lo Stato attribuisce il compito di promuovere e tutelare, nell’interesse di tutti, il sistema culturale – nelle mani dei soli associati più ricchi.
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