Varato il FUS 2015: grande investimento per i talenti under 35
scritto da contentmanager il 7 Febbraio 2015
La Consulta per lo spettacolo ha approvato lo scorso 5 febbraio la nuova ripartizione del Fondo Unico per lo Spettaccolo (FUS) per l’anno 2015 presentata dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, On. Dario Franceschini.
“In una stagione di spending review – ha sottolineato Franceschini presentando i nuovi dati – cinema e spettacolo dal vivo avranno più risorse del 2014 e questo è stato possibile anche grazie ai tagli alle spese generali e di funzionamento del ministero. Per la prima volta – ha sottolineato il ministro – con la nuova ripartizione si valorizzano fortemente i giovani talenti under 35 con uno stanziamento di 8 milioni di euro nei settori della musica, del teatro, della danza e del cinema e si investe fortemente nella promozione all’estero sostenendo le produzioni italiane”.
Lo stanziamento complessivo del FUS per il 2015 presentato dal Franceschini è lo stesso del 2014 ed è pari a 406.229.000 euro, così ripartito:
– Fondazioni lirico sinfoniche: 181.990.592 euro;
– Attività musicali: 56.872.060 euro;
– Attività teatrali: 67.027.785 euro;
– Attività di danza: 11.374.412 euro;
– Residenze e Under 35: 2.000.000 euro;
– Progetti multidisciplinari, Progetti speciali, Azioni di Sistema: 4.621.532,70 euro;
– Attività circensi e spettacolo viaggiante: 4.468.519 euro;
– Attività cinematografiche: 77.183.510 euro (a cui si aggiungono 23.473.546 euro non utilizzati nel 2014 per le agevolazioni fiscali).
“La tenuta del FUS – ha aggiunto Franceschini nel suo intervento – conferma il forte impegno del Governo per la cultura e per lo spettacolo e si aggiunge alle misure già approvate per questi settori a partire dalla legge Art Bonus. Un impegno che proseguirà nei prossimi mesi anche in vista del collegato alla legge di stabilità dedicato a cinema e spettacolo a cui il ministero sta già lavorando. La nuova ripartizione del Fus– conclude Franceschini – arricchisce oggi l’azione del governo e avvia un processo di redistribuzione verso quei settori dello spettacolo storicamente più penalizzati”.
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