Alla Mostra del Cinema di Venezia, si è tenuto il convegno “The Digital Single Market Strategy and Audiovisual Industry” sul tema della produzione, fruibilità e circolazione dei prodotti audiovisivi al di là dei confini del Paese in cui vengono realizzati e vengono tutelati dal diritto d’autore. L’incontro è stato organizzato da Anica, Mostra del Cinema, Direzione generale cinema del Mibact e The European Producers Club, con molti interventi di parlamentari, produttori, studiosi e addetti ai lavori, a pochi mesi dalla presentazione della Strategia per il Mercato Unico Digitale, lanciata dalla Commissione europea il 6 maggio scorso.
Per Riccardo Tozzi, presidente Anica, “l’Europa ha individuato nel digitale una priorità strategica. E vuole dare il massimo accesso a film, serie televisive e a tutti i racconti per immagini. Noi condividiamo queste finalità. Avere sempre più spettatori è la ragione per cui produciamo contenuti. Ma dobbiamo guardare anche ad altri anelli della catena. Se ogni persona del pubblico non dovesse pagare un prezzo per accedere ai contenuti, noi non potremmo più realizzare le nostre opere. Bisogna estendere al massimo l’accesso ai contenuti ma è necessario che questo avvenga con i mezzi giusti, rispettando gli interessi dei produttori, dei distributori e dei detentori del diritto d’autore sui prodotti audiovisivi”.
Silvia Costa, presidente della commissione cultura del parlamento europeo, chiede di aprire un confronto all’interno dell’Ue con tutti gli attori della filiera dell’audiovisivo “Si stanno rivoluzionando modi di produzione, fruizione, distribuzione dei prodotti – ha detto – Gli utenti avranno a disposizione più prodotti ma qual è il focus della strategia digitale europea? Ci vogliono norme che rendano equo e competitivo il sistema audiovisivo e che tutelino il diritto d’autore. Ci vuole una convergenza dei mercati insieme a una convergenza di regole. Persiste ambiguità sul tema che vede nel copyright un ostacolo allo sviluppo del mercato: senza tutela dei diritti salta un modello economico. Personalmente non mi piace la contrapposizione tra popolo della Rete e produttori di contenuti. Aiutateci a trovare le vie per nuovi modelli di business perché la sfida che abbiamo davanti è globale”.
Si è parlato molto anche di geoblocking (blocco geografico che consente al detentore dei diritti di un contenuto di bloccare l’accesso alle proprie opere fuori dal territorio di competenza), di portabilità (possibilità per i consumatori di usufruire dei servizi ai quali sono abbonati nell’ambito dell’Unione Europea) e accesso transfrontaliero (possibilità di portare con sé l’accesso ai contenuti in un paese diverso da quello del detentore dei diritti). Anna Herold del gabinetto del commissario europeo per l’economia digitale Günther Oettinger ha chiarito “Non vogliamo distruggere le attuali politiche sul diritto d’autore ma vogliamo incoraggiare nuovi modelli di business. L’accesso transfrontaliero e la portabilità sono argomenti da affrontare. La cosa che vorrei dire è che c’è un’attenzione eccessiva sulla questione dell’accesso dei contenuti per il consumatore. Bisogna, poi, spostare il discorso su come il mercato unico digitale possa creare un’enorme opportunità per l’industria e come sfruttarla”.
Su una posizione più critica Gina Nieri di Mediaset “Il meccanismo su cui si regge l’audiovisivo è semplice: si paga per acquisire diritti che possono essere in esclusiva. Sono i pilastri della nostra industria. L’idea che tutto sia accessibile a favore del consumatore, tutte le istanze per arrivare a un mercato digitale europeo unico, sono legittime ma bisogna arrivarci senza distruggere l‘esistente. Oggi rimuovere il geoblocking, vorrebbe dire ammazzare l’industria europea. Per ora il nostro modello di business non è mutabile per istanze demagogiche; ci sono licenze territoriali e acquisti in esclusiva”. Intervento conclusivo di Antonello Giacomelli, sottosegretario alle comunicazioni del Mise: “L’idea che l’Unione europea sia un mercato unico è riduttiva; deve essere un unico soggetto istituzionale che deve avere una sola voce. Appoggiamo l’idea che sul digitale ci sia lo sforzo per un’armonizzazione delle diverse politiche. Oggi che c’è la valorizzazione territoriale dei contenuti, l’Italia è al massimo della sua capacità di vendere i prodotti a livello internazionale? Non dovremo, forse, affinare la nostra capacità di stare in una competizione globale? Non ci vuole una posizione solo difensiva. Dobbiamo avere la capacità di essere protagonisti”.
fonte: SIAE
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